Dopo la morte dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Skanderbeg, avvenuta nel 1468, gruppi di albanesi in fuga dai turchi arrivarono in Calabria dove nel 1471 fondarono molte comunità tra cui Civita nota anche come il paese del Ponte del Diavolo. Civita nacque sulle rovine di un antico sito “Castrum Sancti Salvatoris” già abitato, probabilmente, da un gruppo di Cassanesi sfuggiti a una razzia da parte dei Saraceni. Nel 1456 il luogo avrebbe subito gravi danni a causa di un terremoto. Gli albanesi scelsero questo luogo per difendersi dagli attacchi dei nemici grazie alla posizione strategica su cui erge l’antico borgo.
La comunità è legata alle tradizioni, ai costumi, e alla religione e mantiene tuttora viva la lingua arbëreshë costituendo una meta preferita da numerosi turisti.
La parte più antica del paese prende il nome di Sant’Antonio (Sin Andoni) e ha una struttura medievale caratterizzata da comignoli decorati, forni pensili e logge. L’itinerario parte dal centro storico di Civita, un paese di cultura arbëreshë dove è possibile visitare il Museo Etnico arbëreshë e la chiesa di Santa Maria Assunta. Da una terrazza panoramica, è possibile ammirare l’abitato di Civita.
La passeggiata prosegue in discesa lungo il costone destro delle gole del Raganello, da dove è possibile osservare le pareti rocciose, a picco sulla Timpa del Demanio, habitat naturale dei grifoni.
Proseguendo nella discesa, attraverso una lunga scalinata, si arriva al Ponte del Diavolo, una ricostruzione dell’antico ponte medievale, e quindi al torrente che percorre 8 km incassato in una profondissima gola con pareti rocciose strapiombanti per oltre 300 metri.